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Stato di crisi dei centri sportivi italiani a causa dei Decreti e ordinanze sulle restrizioni per il propagarsi del Coronavirus

11 Marzo 2020
coronavirus e sport
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Caro collega,

pur avendo iniziato le riunioni in un tavolo di lavoro fra ANIF, altre rappresentanze e il Ministero delle Finanze per riqualificare le normative vigenti per i centri sportivi italiani ormai sempre più interpretate negativamente dai vari organi di controllo abbiamo dovuto per ora concentrarci sull’emergenza COVID – 19 che ci ha visti collaborare con le autorità sanitarie al fine di ridurre il propagarsi dell’infezione. Inizialmente abbiamo cercato di trovare soluzioni diverse dalla chiusura ma, nel momento in cui, l’emergenza è diventata così importante ci siamo allineati chiudendo tutti i centri sportivi italiani.

E’ per questo che ci siamo subito attivati per far recepire al MEF, Ministero delle Finanze, tutte le richieste indispensabili di sussidi ed agevolazioni per i centri sportivi italiani. Un centro sportivo infatti, senza l’afflusso delle quote di frequenza non riesce ad andare avanti. Le nostre istanze sono state accolte e quindi, al pari di altri settori, anche il nostro settore beneficerà di misure di sostegno. Noi speriamo che tutti gli 8 punti che abbiamo richiesto vengano inseriti nel Decreto presidenziale per gli aiuti all’economia italiana.

Ecco gli 8 punti richiesti al MEF

I centri sportivi italiani, Società Sportive Dilettantistiche e Associazioni Sportive Dilettantistiche, ovvero circa 99.000 strutture in tutta Italia, ormai, dal 23 febbraio sono entrati in un profondo stato di crisi.

Nel settore, sono impegnati circa 1 milione di cittadini tra dipendenti e collaboratori.

I centri sportivi dilettantistici debbono affrontare: le spese per il personale, i consumi energetici, oneri fiscali e finanziamenti con le banche.

Non avendo nessun tipo di entrata di frequenza dalle attività sportive, si rischia la totale chiusura dei centri sportivi e quindi di un intero settore.

Si chiede, quindi, a causa di questo stato di crisi, dovuto all’emergenza salute di poter provvedere con sussidi e agevolazioni per una ripartenza non appena le autorità sanitarie riterranno possibili le aperture.

Questi i punti più critici da risolvere il prima possibile:

  1. Cassa integrazione per il personale dipendente (settore amministrativo, manutentivo e addetti alle pulizie).
  2. Emanazione di provvedimenti urgenti per il Settore in tema di ammortizzatori sociali (Cassa Integrazione in deroga, Sussidi per i collaboratori ex art 67 TUIR).
  3. Accesso al Credito, sospensione ratei mutui.
  4. Prorogare di almeno 6 mesi il pagamento di acqua, energia elettrica e gas con rateizzazione nei 48 mesi successivi.
  5. Annullamento per 6 mesi delle imposte ritenute alla fonte, operate in qualità di sostituti d’imposta, nei confronti dei lavoratori dipendenti, nonché dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria, relativi ai contratti a tempo indeterminato (manutenzione, pulizie ecc.) per le ASD (Associazioni Sportive Dilettantistiche) e SSD (Società Sportive Dilettantistiche) oppure Sospensione e rateizzazione dei versamenti per 48 mesi.
  6. Annullamento per 12 mesi delle imposte (quali a titolo di esempio IRES, IRAP, IVA etc.) quando dovute.
  7. Accesso al credito sportivo per finanziamento di superamento crisi, per mutui di ri-partenza a 20 anni, proporzionali alla dimensione dei centri sportivi (volume entrate).
  8. Previsione di aiuti finanziari per il pagamento degli stipendi e compensi, per il periodo di chiusura.
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