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La sedentarietà in Italia: l’analisi dell’ISTAT

8 Marzo 2017
sedentarietà italia
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Italiani, popolo di sportivi e di sedentari, non secondo l’ISTAT che ha pubblicato di recente l’indagine sulla pratica sportiva in Italia. Quando si parla di sport e sedentarietà infatti, le prime domande da porci sono due: cosa si intende per sportivi e cosa per sedentari altrimenti si rischia di semplificare il problema in modo dicotomico.

Le tre fasce della pratica sportiva secondo l’ISTAT

Dal punto di vista della pratica sportiva la popolazione nle 2016 si divide nei gruppi che seguono.

  • Sportivi: sono il 25,1% nel 2016 e svolgono attività fisica in modo continuativo.
  • Attivi fisicamente: costituiscono il 34,8% della popolazione dove il 9,7% fa sport in modo saltuario mentre il 25,7%  fa qualche attivitò fisica random
  • Sedentari: sono ancora il 39,2% del totale in Italia, non praticano alcuno sport nè fanno attività fisica.

Chi sono i sedentari

Nel 1959 lo sport era un’attività per pochi e praticata principalmente da maschi, più del 90% dei praticanti. Oggi chiaramente le cose sono molto cambiate e dal 2013 al 2016 la sedentarietà è scesa di 2 punti percentuale passando dal 41,2% al 39,2% della popolazione italiana. Alcune differenze ancora permangono, come quelle di genere con il 20,8% delle donne che svolgono in modo continuativo attività fisica rispetto al 29,7% degli uomini ma un dato positivo è cha tra il 2013 e il 2016 la maggiore crescita percentuale di attivi fisicamente si attesta nella fascia giovanile tra i 18 e il 19 anni e che i bambini tra i 6 e i 10 anni sono arrivati a comporre ben il 59,7% delle persone dai 3 anni in su che svolgono attività fisica in modo continuativo.

Che i buoni stili di vita siano diffusi tra i bambini è un’ottima notizia insieme a quella per cui in una popolazione come quella italiana con un alto tasso di invecchiamento il 34,8 % di popolazione attiva è un buon risultato!

Dove vivono in maggioranza i sedentari

Migliorabile di certo… soprattutto al Sud dove la crescita 2013-2016 c’è stata ma claudicante e a rallentatore con piccole inversioni tendenze, alle volte, ma fortunatamente mantenendo il trend di crescita. Eppure il 52,7% dei sedentari risiedono al Sud, concentrati prevalentemente in Sicilia, in Campania e in Calabria.

L’incremento maggiore di sportivi c’è stato nel Nord-Ovest con un + 5,1% mentre il Nord-est si conferma come la parte del Belpaese meno sedentaria!

I fattori che influiscono sulla sedentarietà

L’Italia nonostante i progressi resta ancora indietro rispetto all’Europa in quanto si colloca al terzultimo posto per numero di sportivi che seguono le linee guida del OMS: 150 minuti di attività fisica a settimana. Anche in questo caso le donne sono il fanalino di coda e l’Italia detiene la quarta posizione in Europa per il gap più elevato tra maschi e femmine nel seguire lo stile di vita salutare prescritto dalla OMS (con i 150 minuti di attività fisica).

La sedentarietà e l’eccesso di peso rappresentano un forte rischio di salute per il 52% degli adulti: insieme a fumo e consumo in eccesso di alcol sono fattori che sembrano quasi tramandarsi di padre in figlio perchè la loro diffusione è maggiore tra i bambini e i ragazzi fino a 24 anni, figli di genitori che attuano tali comportamenti nocivi.

Oltre all’educazione/esempio familiare un fattore importante che influisce sulla sedentarietà è il reddito: a fronte di paesi come la Danimarca e la Svezia dove la diffusione dell’attività fisica raggiunge risultati quasi utopici, nella fascia d’età 18-29 anni, rispetto alla sua completa trasversalità per fasce di reddito tanto che le persone più indigenti praticano attività fisica in misura uguale a quelle più benestanti se non maggiore (il caso della Danimarca), in genere per tutti gli altri paesi dell’Unione europea il reddito rappresenta una forte discriminante nella frequentazioni di centri sportivi o iscrizione a qualche tipo di sport da parte dei ragazzi dai 18 ai 29 anni. Chi guadagna meno ha anche meno accesso alla salute in quanto fa meno sport, come ci riportano le statistiche dell’ISTAT.

L’uso del tempo libero è un altro indicatore di salute: il 5,7% del tempo libero tra bambini, ragazzi e adulti dai 3 ai 24 anni è dedicato all’attività fisica ma anche la distribuzione del tempo libero tende a variare in base ad età e genere.

Le donne ad esempio dedicano più tempo a leggere e a vedere televisione a scapito dell’attività fisica, rispetto ai maschi.

In definitiva molto resta da fare per favorire una pratica sportiva regolare tra la popolazione. Sono necessarie misure di promozione dello sport e di contrasto alla vita sedentaria, a partire dalla scuola.

 

 

 

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