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I centri sportivi italiani sono al collasso

27 Gennaio 2021
decreto legge covid 19
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Dopo i tre mesi di lockdown in primavera, causa la tremenda pandemia che ha investito l’Italia e il mondo intero, il 25 ottobre è stata imposta una seconda chiusura degli impianti sportivi facendo piombare il settore in una situazione estremamente difficile.

ANIF, Associazione Nazionale Impianti Sport e Fitness, affiliata a Confindustria Federvarie, si è attivata con grande determinazione nella persona del suo Presidente Giampaolo Duregon nella difesa delle istanze più cruciali della categoria presso il Ministero dello Sport, il Ministero delle Finanze, il Credito Sportivo.

Il Governo, in risposta a questa azione pressante, non ha fatto mancare attraverso i numerosi DPCM emanati nel periodo maggio-ottobre sussidi soprattutto a difesa dei lavoratori (cassa integrazione, bonus).

Un’azione quanto mai necessaria, ma insufficiente per coprire il mancato flusso economico del settore. Basti pensare che a fronte di entrate medie mensili di un centro sportivo oscillante tra i 40.000, e i 200.000€, a seconda delle dimensioni della struttura, sono stati erogati, una- tantum, fondi compresi tra 2.000 e 4.000 euro nel periodo estivo, raddoppiati in autunno.

Il settore quindi, benché attenzionato, purtroppo è in ginocchio.

Ma Duregon, nel sollecitare a gran voce nuovi interventi governativi è anche consapevole che le risorse finanziarie disponibili non consentono di coltivare ottimistiche previsioni.

Occorre quindi agire su altri fronti: agevolazioni fiscali e tributarie attraverso ad esempio la Riforma dello Sport in via di emanazione e la Finanziaria del 2021.

Ora bisogna agire soprattutto sulla leva della riapertura immediata degli impianti, da troppo tempo chiusi. Non sarà facile riprendere il cammino interrotto bruscamente a marzo, ma il settore non ha altra scelta” sottolinea Duregon. “Occorre rimettere in moto un mondo che consente a 20 milioni di cittadini di praticare un sano esercizio fisico in piena sicurezza tenuto conto che i centri sportivi operano nel pieno rispetto dei protocolli emanati sull’argomento dal Ministero dello Sport e le verifiche svolte dagli Organi di controllo in tal senso: NAS, ASL, Polizia Municipale, lo attestano senza ombra di dubbio.

Una ripartenza, sostenuta però anche da una comunicazione chiara e forte da parte delle Istituzioni, Ministero della Salute e Ministero dello Sport in primis, che dovranno attestare che i centri sportivi operano nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza anti-Covid, ben lontano quindi dal mondo che alcuni organi di comunicazione hanno in passato cercato di dipingere creando un danno al settore di inimmaginabili proporzioni.

Un settore che parte dalla promozione sportiva dei giovani, arriva a coinvolgere gli  adulti, gli  anziani , i  portatori di handicap,  senza dimenticare gli atleti di vertice che arricchiscono il medagliere Olimpico e quello dei Campionati Europei e Mondiali.

sport dilettantistico

E proprio da questo settore viene oggi lanciato un segnale molto forte sull’importanza del ruolo svolto dai centri sportivi italiani. Perché, se è vero che lo sport agonistico  finalizzato alla partecipazione di competizioni nazionali svolto in palestra e in piscina sotto l’egida delle Federazioni e degli Enti di Promozione Sportiva riconosciuti dal CONI è consentito, è pur vero che ai giovani atleti che si affacciano oggi allo sport agonistico è preclusa la possibilità di aspirare a raggiungere i grandi  risultati sognati sul piano competitivo.

E la voce dei grandi campioni di oggi e del passato si è alzata soprattutto in difesa di questo settore, ovvero, dei campioni di domani.

Grazie quindi all’impegno delle Delegazioni Regionali di ANIF attivate convintamente su questo terreno sono giunti preziosi contributi anche dal mondo dello Sport di vertice.

Duregon ringrazia quindi di cuore in particolare i Delegati Regionali ANIF:

  • Veneto, Andrea Antoniazzi;
  • Friuli, Roberto Bolelli;
  • Emilia Romagna, Daniele Bavagnoli;
  • Lombardia, Massimo Cicognani;
  • Liguria, Andrea Biondi;
  • Toscana, Mauro Cinti;   
  • Lazio, Pietro Tornaboni;
  • Abruzzo, Roberto Di Marco; 
  • Sicilia Germano Bondi.

Ma importanti interventi sull’argomento sono pervenuti dal mondo scientifico-sanitario.

Citiamo in particolare il comunicato rilasciato recentemente dal Presidente della Federazione Medico Sportiva Italiana, Maurizio Casasco: “è assolutamente non condivisibile e addirittura assurdo che l’Italia su indicazione di parte del CTS, non conoscendo l’organizzazione sportiva, sia salita sul podio dell’assurdo per aver bloccato l’attività giovanile nello sport. “

Segue quella del Direttore Generale OMS, Organizzazione mondiale della Sanità, Ghebreyeesus che esprime “…preoccupazioni per l’impatto della pandemia su adolescenti e giovani e per gli effetti indiretti quali depressione e ansia maggiori dello stesso virus”.

Da ultimo segnaliamo il recente intervento sul Corriere della Sera del Direttore Sanitario del INMI Lazzaro Spallanzani di Roma (il più importante centro ospedaliero italiano per le malattie infettive), Francesco Vaia: “… Sbagliato tenere i giovani e gli anziani lontani dalle dallo sport e dal tempo libero. Rivolgo il mio invito al Ministro dello Sport perché riconsideri queste posizioni e ripensi le riaperture dei centri sportivi, ndr) nell’ottica del massimo rigore e dell’estrema sicurezza. “

Il mondo dello sport nel suo complesso, il mondo scientifico e ANIF, a nome dei 100mila centri sportivi italiani che rappresenta, del milione di collaboratori sportivi e soprattutto a nome dei 20 milioni di cittadini che praticavano attività sportiva nelle palestre, nelle piscine e nei centri sportivi lanceranno nell’occasione un grido di allarme forte e chiaro sull’ argomento. Un segnale che le Istituzioni non potranno più ignorare.

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