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E’ in atto una campagna per demonizzare il mondo dei centri sportivi dilettantistici

18 Dicembre 2019
sport dilettantistico
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Ma chi sono i centri sportivi dilettantistici? Sono i più di 70.000 impianti sportivi che attualmente sono registrati al CONI e nei quali si può fare attività sportiva a tutte le età.

Sono questi, piscine, palestre, campi da tennis, campi di calcio, basket, solo per citare i più frequentati, i luoghi in cui avviene l’avviamento allo sport di bambini e ragazzi; sono questi i luoghi in cui gli adulti e gli anziani fanno sport ed esercizio fisico per passione e per migliorare il loro stato di salute; sono questi i luoghi in cui, da una base di migliaia e migliaia di ragazzi avviati allo sport, vengono selezionati i campioni delle Olimpiadi e dei Mondiali.

20 milioni sono gli italiani che ogni giorno entrano in un centro sportivo dilettantistico e fanno attività fisica, organizzata e seguita.

Sono questi ancora i luoghi in cui, ogni fine settimana, avvengono gare, iniziando dai 5-6 anni fino ai master, over 50, over 60 e così via. E’ grazie a questi centri sportivi dilettantistici che i cittadini conducono un sano stile di vita che è il presidio più importante per la prevenzione delle patologie croniche quali le cardiopatie, le malattie polmonari, l’obesità, il diabete, le malattie nervose ecc. Basti pensare che un giorno in ospedale costa allo Stato quanto un anno in un centro sportivo dilettantistico che tra l’altro il cittadino paga per proprio conto.

Sono questi centri sportivi dilettantistici che si caricano dell’onere di seguire i programmi CONI nell’attività didattica, nella partecipazione alle gare, nelle trasferte, nel dare il vestiario sportivo agli atleti, nel dedicare le forze lavoro degli allenatori alle finalità agonistiche.
Poiché questo settore affonda le radici nel sociale il legislatore, ormai da numerosi anni ha inteso, non potendo finanziare direttamente queste attività, dare delle agevolazioni di carattere fiscale e giuslavoristico.

Le società e associazioni sportive dilettantistiche non devono fare dividendi ma debbono reinvestire gli eventuali utili nell’attività sportiva stessa. Nel momento in cui queste regole vengono osservate, la gestione è rispettosa delle normative oggi esistenti. Tutti i 70.000 centri sportivi dilettantistici debbono attenersi a regole ben precise che sono appunto: costituirsi in società e/o associazioni sportive dilettantistiche; recepire l’iscrizione al Registro Coni; dare un tesseramento CONI a tutti i frequentatori del centro, oltre a tutti gli altri oneri legati anche alle regole strutturali che riguardano gli impianti stessi. Se non esistessero questi centri sportivi dilettantistici oggi non avremmo nessuno sbocco alla pratica sportiva per i cittadini.

Va inoltre precisato che i costi al frequentatore di un centro sportivo oggi sono mediamente intorno ai 40-60 euro al mese con punte minime di 20 euro al mese e massime di 100 euro al mese a seconda della grandezza dell’impianto e del numero di attività sportive consentite. Stiamo parlando della spesa compresa tra 1 e 3 euro al giorno ovvero quanto serve per fare colazione al bar.

Sono gli impianti in cui ogni giorno vanno le nostre famiglie, i nostri figli, insomma tutti noi. Ultimamente sono stati portati attacchi mediatici ai centri sportivi dilettantistici ignorando completamente che il legislatore ha concesso loro delle agevolazioni proprio in virtù del ruolo profondamente sociale svolto da queste strutture. Tali attacchi, oltre ad ignorare questa realtà, diffondono l’idea che, anziché fare un’attività benemerita utile a tutti i cittadini, i centri sportivi dilettantistici sono degli evasori.

Tutto questo produce danni di immagine al settore e manca di rispetto a quanti, tantissimi, dedicano la loro vita a questo lavoro che porta benefici sia ai cittadini in termini di passione e salute, sia allo stato in termini di risparmio per la spesa pubblica per la salute.

Quanto esposto per chiarire la realtà e difendere il settore da attacchi ed insinuazioni ingiuste e deleterie per l’intero settore.

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