I centri sportivi devono riaprire subito con le stesse severe regole antecedenti il 25 ottobre
⇒ Impianti sportivi chiusi per 7 mesi, il settore è allo stremo
⇒ I centri sportivi sono luoghi di prevenzione devono essere parte della soluzione e non del problema!
“Rimanere ancora chiusi è veramente inammissibile” sostiene Giampaolo Duregon, Presidente di ANIF (Associazione Nazionale Impianti Sport e Fitness) “altri settori, decisamente meno sicuri e meno regolamentati del nostro, sono ormai aperti. Non ha alcun senso tenere fermo lo sport in questo modo. I protocolli di sicurezza sono rigidi, tutte le strutture sono pronte per riaprire e ne hanno bisogno per rimanere in vita, i cittadini (di tutte le età) denunciano problemi psico-fisici catastrofici dovuti alla sedentarietà e alla mancanza di socializzazione”.
La fotografia dell’attuale situazione che stiamo vivendo parla chiaro: i centri sportivi devono riaprire il prima possibile!

ANIF continua la sua battaglia per la riapertura e per ottenere sussidi e aiuti economici. Il settore è in ginocchio, non possiamo permetterci di farlo morire.
Infatti, nonostante palestre e piscine svolgano un’attività socialmente utile e fondamentale per il benessere psico-fisico di tutti i cittadini, oggi i 100mila centri sportivi sono ancora costretti a rimanere chiusi poiché erroneamente definiti luoghi di contagio.
“In ANIF abbiamo condotto un’indagine conoscitiva sui frequentatori di 2.000 impianti sportivi (per un totale circa 4 milioni di frequentatori) che ha dato la presenza del Covid positivo al di sotto dell’1 per mille.
A testimoniare che gli sportivi sono attenti nel rispettare le regole igieniche e di prevenzione che questa pandemia richiede. Inoltre a giugno il Ministero dello Sport ha emanato rigide misure di prevenzione (potenziate poi ad ottobre con la speranza di rimanere aperti); misure che hanno costretto tutti gli operatori a sostenere importanti investimenti economici che ora sembrano essere stati del tutto “inutili”.
In questo modo stanno negando l’avviamento allo sport ai giovani, il mantenimento di un sano stile di vita e la socializzazione attraverso l’attività fisica, ritenuta ormai scientificamente un farmaco formidabile per le più importanti malattie croniche e non solo.
Lo sport è un potente antidepressivo che in momenti di crisi diventa un antidoto fondamentale per combattere anche il disagio sociale”.
A marzo 2020, è stato ordinato il lockdown totale e i centri sportivi si sono rigorosamente attenuti alle regole, con grande senso civico e con la consapevolezza che lo sforzo di ognuno avrebbe ripagato la salute e la libertà di tutti. Oggi invece risulta veramente fuori luogo continuare a tenere chiuse palestre e piscine, mentre tante altre attività sono consentite.
Il 25 ottobre la chiusura era stata motivata da una necessità di contenere i contagi per poter permettere agli italiani un Natale più sereno, ma così non è stato e quindi oggi diventa anacronistico chiedere ulteriori sacrifici.
Oltre ad assistere ad una crisi economica paurosa, il settore registra infatti una perdita di circa il 70% del flusso economico, bisogna considerare che gli effetti collaterali che si ripercuotono sul sociale sono forse ancora più preoccupanti.
“Secondo le stime 2020 della CGIA (Associazione Artigiani e Piccole Imprese) di Mestre le palestre e le piscine hanno un calo del 70%” così si leggeva qualche giorno fa nel loro comunicato stampa, ma ci sono state diverse voci autorevoli nel campo dello sport e della medicina che hanno recentemente dichiarato quanto i centri sportivi siano luoghi sicuri ed indispensabili anche da un punto di vista psicologico.
Maurizio Casasco Presidente della Federazione Medico Sportiva Italiana e Presidente dell’Executive Board della Federazione Europea di Medicina dello Sport:
Assurdo avere inventato il lockdown dello sport giovanile. Le strutture e i centri dove si pratica attività sportiva devono essere chiusi se non rispettano le norme sanitarie. Ma chi segue i protocolli e segue con attenzione la salute di atleti e praticanti deve essere rispettato. È assurdo chiudere alle attività sportive dei giovani e lasciare aperto tutto il resto. Sono sconcertato. È evidente che come medico sportivo sono favorevole all’attività e all’aspetto dei protocolli che la federazione medico-sportiva ha partecipato attivamente a fare assieme al governo. Scuola e sport devono viaggiare assolutamente allineati, non c’è una evidenza scientifica e epidemiologica, non c’è una logica per chiudere sport e giovani. Ghebreyesus il Direttore Generale dell’Oms -ha lanciato l’allarme sui rischi della depressione e dell’ansia- e io aggiungo quelli dell’obesità per i ragazzi. Il paradosso assurdo è quello che si vengono a chiudere solamente i giovani e lo sport ludico motorio. Per quanto riguarda lo sport organizzato, ci sono protocolli precisi.
Francesco Vaia Direttore dell’Istituto Nazionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma:
È sbagliato tenere i giovani, ma anche gli anziani, in casa, lontani dallo sport e dal tempo libero. Lo dimostra un nostro studio e quindi rivolgo il mio invito al Ministro dello Sport perché riconsideri la chiusura degli impianti sportivi”.
L’età media delle persone decedute a causa del Covid è alta, inoltre le patologie di cui soffrono le persone venute a mancare possono essere ricondotte a stili di vita non corretti che solitamente chi fa sport non mette in pratica
Vaia ha inoltre sottolineato che in questa fase il tasso di mortalità è molto più basso rispetto a quanto accadeva nello scorso marzo e perciò ha affermato che il CTS potrebbe riconsiderare la questione e il Governo potrebbe rivedere le proprie direttive, puntando alla verifica dell’applicazione di tutte le regole necessarie a prevenire i contagi.
Vito Cozzoli Presidente di Sport e Salute:
Nei giorni scorsi Sport e Salute ha stilato un accordo con il Bambin Gesù di Roma per un corretto stile di vita: i dati sono quelli di una generazione che si è fermata e si è fermato anche lo sport”. L’accordo prevede l’invio presso il Bambin Gesù di istruttori sportivi per i giovani pazienti e l’allestimento, in un’area esterna, di un percorso sportivo-motorio. “Dobbiamo chiederci se non sia arrivato il momento di riaprire gli impianti, i circoli, le piste, senza l’incubo di altre chiusure. La gente merita certezze per il futuro. Il mondo di Sport e Salute è il mondo dello sport di base. Viva i Mondiali di Cortina, speriamo nella ripartenza dello sport, l’Italia lo merita”.
Oltre alla battaglia mediatica e social del #riaprirepresto
“ANIF come sempre, continuerà a battersi per ottenere maggiori Ristori affinché siano sufficienti alla ripresa e per una Riforma dello Sport che risolva i problemi esistenti ma soprattutto l’urgenza improrogabile è riaprire presto”
“Appena si saprà chi saranno gli interlocutori per poter prendere una decisione sulla riapertura andremo a far capire che questa chiusura oggi è ingiustificabile e insostenibile, i centri sportivi rischiano di non riaprire mai più con conseguenze drammatiche tanto per l’economica quanto per la società” conclude Duregon.
«articolo pubblicato sul Corriere dello Sport del 10 febbraio 2021»