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Il rapporto tra fornitori e centri sportivi ai tempi della crisi

16 Aprile 2020
fornitori e centri sportivi covid 19
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Chi ha gestito in modo corretto in passato deve ricevere contributi a fondo perduto con meccanismi trasparenti e condivisi tra gli attori del settore. Luca Bettini, presidente di Assofitness

Per superarla questa crisi bisogna conoscerla e guardarla da tutte le angolazioni: perchè se prendiamo in considerazione tutte le variabili in un contesto così imprevedibile possiamo almeno sperare di ridurre l’incertezza e cominciare a fare dei piani di ripresa.

E’ naturale che tutto il settore più si presenta unito e coeso, più sarà forte: fare sistema deve diventare sempre più un mantra per le piccole e medie imprese italiane che hanno il talento dell’agilità e devono sviluppare il più possibile la capacità di fare rete.

Ecco perchè abbiamo intervistato Luca Bettini, presidente di Assofitness in Assosport, per  guardare lo sport dal punto di vista dei fornitori e capire come e se in questa fase continuino a dialogare con i centri sportivi. Possiamo essere coesi insieme? Ecco cosa ci ha risposto Luca Bettini!

Come sta impattando questa crisi sul sistema produttivo italiano in ambito sportivo?

La crisi sta impattando in maniera pesantissima sul sistema sportivo italiano. La chiusura, prima al Nord, poi in tutta Italia ha completamente bloccato le forniture verso i club.

Attualmente come i produttori stanno gestendo i rapporti commerciali con i club?

Le aziende stanno mantenendo i rapporti sia con le catene, che stanno portando avanti la programmazione delle aperture programmate, sia con i titolari delle fitness boutique, che lavorano per mantenere le relazioni con i clienti finali. La mia azienda ha coordinato un team di trenta personal nella realizzazione di video lezioni.

Quali sinergie si possono costruire tra centri sportivi e fornitori per una ripresa proficua?

Quando si riaprirà e quando verranno stabilite le nuove regole sanitarie capiremo insieme cosa programmare per attirare nuovamente i clienti in palestra. Penso che le aziende dovranno aiutare i centri, finanziando il rinnovamento delle proposte e delle attrezzature.

Quale ritiene, nell’indotto sportivo, l’anello debole della catena, in questa crisi?

Purtroppo ritengo che una parte dei centri fitness di piccole-medie dimensioni italiani non sia attrezzata dal punto vista finanziario per sopportare una chiusura così lunga. Mi auguro che cerchino al più presto di accedere alle forme di finanziamento garantite dal Governo per potersi poi riprendere dopo l’estate.

Crede che il COVID 19 cambierà gli equilibri di mercato, nella segmentazione tra club premium, medium e low cost?

Occorre conoscere quali saranno le nuove regole di convivenza e quali le distanze che si dovranno tenere all’interno dei locali.

Quanto è prioritario per voi salvare lo sport di base, quello dilettantistico, dalla chiusura?

Salvare lo sport è essenziale per il futuro del nostro Paese.

Quali azioni è necessario che il Governo faccia per la ripresa del settore?

Lo Stato deve entrare in gioco in maniera concreta sui conti economici dei vari club. Chi ha gestito in modo corretto in passato deve ricevere contributi a fondo perduto con meccanismi trasparenti e condivisi tra gli attori del settore.

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