Lo scorso 18 marzo, durante un webinar IHRSA, è intervenuto Colin Grant, CEO di Pure International Group, per condividere la sua esperienza di gestione dei club durante questo periodo di chiusura forzata, un’esperienza diretta, esercitata sul campo a seguito della pandemia COVID-19.
Pure Group possiede oltre 30 strutture con sedi ad Hong Kong, Singapore, Shanghai e Pechino, che comprendono sia studi yoga che palestre di grandi dimensioni
Durante il webinar, Grant ha illustrato in dettaglio il viaggio intrapreso dal gruppo dall’inizio dell’epidemia del Coronavirus, nel dicembre 2019.
I club a Shanghai e Pechino sono stati subito costretti, dal governo cinese, a chiudere l’attività mentre i club con sede in altre città, pur rimanendo aperti, hanno subito un calo delle frequentazioni che ha raggiunto i minimi storici.
“È stato un momento molto toccante” ha confermato Grant “ma consiglio a tutti i gestori e al team di lavoro dei centri sportivi, di mettere da parte le emozioni. Bisogna agire con calma.
Quindi per prima cosa è necessaria un’organizzazione strutturata e modificata rispetto al passato, sia internamente che esternamente. Il nostro compito principale è garantire un ambiente sicuro e salubre per il nostro staff così come per tutti i nostri frequentatori“.
Le misure, dal punto di vista pratico, che Grant ha raccomandato (per quei club che possono ancora essere aperti, seppur con misure restrittive) sono tutte focalizzate sulla sicurezza e sulla percezione di essa da parte degli iscritti.
“Abbiamo deciso di aumentare il livello di igiene all’interno di ogni club. Abbiamo ampliato la presenza di stazioni di sanificazione delle mani e dei punti di detersione, sia interni che esterni ai club. Ricordiamoci sempre che la percezione è realtà ed è quindi fondamentale che i nostri frequentatori vedano ciò che stiamo facendo: gli addetti alle pulizie continuamente all’opera sono un segnale tangibile molto importante. Contemporaneamente è partita la comunicazione di tali misure a tutti gli iscritti, tramite i canali social e gli avvisi all’interno del club”.
Nei centri ancora aperti, Grant ha adottato ulteriori misure di sicurezza tra cui la misurazione della temperatura all’entrata, la riduzione di affluenza alle lezioni di gruppo e la promozione (sia sui social media che all’interno del club) dell’importanza di rafforzare il sistema immunitario con una dieta e un costante esercizio fisico.
“Queste misure sono state ben recepite” ha affermato Grant “i frequentatori ci hanno ringraziato per averli fatti sentire in un ambiente sicuro”.
Per i centri che hanno subito la chiusura, Grant ha sottolineato l’importanza di continuare a comunicare con tutti gli iscritti per rassicurarli con una presenza seppur virtuale: “nei nostri club chiusi a Shanghai e Pechino, tutti i PT ed insegnanti di yoga hanno pubblicato ogni giorno allenamenti sulla nostra App ufficiale”
Sebbene i club di Hong Kong e Singapore siano rimasti aperti, Grant ha comunque registrato un raddoppio del tasso di abbandono rispetto agli stessi mesi dello scorso anno e le sospensioni degli abbonamenti si sono decuplicate.
“La sfida più grande in quelle settimane, è stata proprio far capire ai nostri iscritti che non potevamo sospendere i loro abbonamenti. Il nostro impegno economico è sempre rimasto invariato tra affitti, stipendi ed altri costi da sostenere e garantire rimanendo aperti, in un ambiente ancor più pulito ed igienizzato”.
Grant ha inoltre sottolineato l’importanza della comunicazione interna allo staff.
“Abbiamo iniziato facendo ogni giorno una telefonata di report e confronto tra i dirigenti delle varie strutture.Mi rendo conto che ognuno di voi si trova in varie fasi di operatività lavorativa. Il virus si sta diffondendo rapidamente in tutto il mondo e quello che noi abbiamo vissuto diluito in 3 mesi, voi avrete la necessità di attuarlo in 3 settimane!
È un ottovolante, preparatevi: tenete unita la squadra e cercate di stabilizzare la nave il più possibile, siate dei leader!”