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4 motivi per cui lo sport fa bene a Roma

2 Dicembre 2016
sport e Roma
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Quale il collegamento tra sport e Chiesa, intesa non solo dal punto di vista clericale ma da quello della comunità di persone e in questo caso di abitanti della città di Roma? Noi di ANIF siamo stati invitati a parlarne dal Vicario di Roma per fornire una testimonianza di crescita e benessere della città di Roma, perseguiti attraverso l’esperienza dello sport. Il 25 novembre, infatti, si è tenuto, presso la Casa Bonus Pastor, il convegno “Sport e città” dove siamo stati invitati come una delle realtà rappresentanti di quello sport che può contribuire al benessere di una comunità.

L’art.1 del Disegno di legge C.3936 sulla riforma dello Sport Dilettantistico di cui ANIF è stato uno dei relatori più determinati e l’On.Sbrollini prima firmataria, introduce un’innovazione importante in questa direzione: il riconoscimento del ruolo dello sport nella tutela della salute, ribadendone la funzione sociale ed educativa.

Lo Sport e Roma

Il Vicario di Roma, nella sua lettera alla città rivolge un appello a tutte le istituzioni sociali, politiche e professionali per: “Rendere “reciproca” la città: più attiva, più partecipe e più unita. Una città aperta a tutti, giovani, adulti e anziani, donne e bambini, che sappia andare incontro ai bisogni di relazione fra generazioni, alle insicurezze e alle solitudini, ai problemi connessi all’invecchiamento della popolazione e alle richieste, spesso del tutto nuove, che vengono da adolescenti, giovani e famiglie.”

Identifica cinque sfide o “cantieri” su cui lavorare per rendere Roma la città di tutti dove le eccellenze di una grande capitale europea, nei settori di arte, industria, tecnologia, moda, sport ecc, sappiano convivere con la giustizia sociale e l’integrazione delle fasce sociali più deboli.

Le cinque sfide

  1. Vecchie e nuove povertà: a Roma è stridente il gap tra la bellezza del patrimonio artistico e il disagio sociale, tra ricchi e poveri, tra integrati e rifugiati; è necessaria la realizzazione graduale di soluzioni di equità sociale e di solidarietà.
  2. Accoglienza e integrazione: Gli immigrati – non solo i rifugiati, ma tutti gli stranieri stabilitisi a Roma – devono essere accolti come persone e aiutati, insieme alle loro famiglie, a integrarsi
    nella città e nella vita sociale.
  3. Educazione: è necessario mettere al centro della formazione la crescita integrale della persona, che significa trasmissione di valori e pensiero critico che vadano al di là del mito dello sviluppo economico e della ricchezza materiale.
  4. La comunicazione: le immagini mediatiche sono dominate da una “strumentalizzazione degradante dell’immagine della donna, da volgarità e linguaggio aggressivo. Bisogna “ricostruire una cultura collettiva più umana, più vera, davvero attraente.”
  5. La complessità dei problemi che una metropoli come Roma deve affrontare richiede una classe dirigente competente e dedita al bene comune.

sport e Roma

Perché lo Sport

Il Vicariatus Urbis ha voluto un convegno in cui le realtà sportive più attraenti raccontassero il loro impegno a favore della città.

Abbiamo accolto con partecipazione l’invito riportando il nostro punto di vista su quale dovrebbe essere il ruolo dello sport, richiamando l’esperienza della nostra battaglia per difendere e far sviluppare il settore dello sport dilettantistico, in grado di rispondere parzialmente, ad alcune delle sfide proposte dal Vicariato. Quali?

  1. La cultura sportiva è parte integrante dell’identità della nazione come ribadiamo nel nostro Disegno di legge.
  2. Lo sport è un veicolo di integrazione di culture diverse e un fattore socializzante: l’esempio più vivido e recente è la nazionale dei rifugiati che ha gareggiato alle olimpiadi del 2016.
  3. Lo sport promuove valori educativi di solidarietà, lealtà ed è funzionale alla trasmissione dei valori fondativi di una società.
  4. Lo sport può anche influire sulla discriminazione di genere e agisce sulla rappresentazione mediatica della figura femminile

Il 25 Novembre al convegno “Sport e città” Giampaolo Duregon ha raccontato il percorso di ANIF orientato a: promuovere la cultura dell’attività sportiva, in generale e dilettantistica, in particolare, come strumento di crescita civile, miglioramento delle condizione sanitarie della popolazione e sviluppo di un settore, strategico per il benessere della società.

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